[…] Un’esistenza disciplinata è una vita di conformismo; nel conformismo non c’è libertà dalla paura.
L’abitudine distrugge la libertà; l’abitudine del pensiero e l’abitudine delle nostre attività materiali portano ad una vita superficiale e ottusa.
La religione organizzata con i suoi credo, i suoi dogmi e rituali, nega il libero ingresso alla vastità della mente.
E’ questo ingresso che sgombera il cervello della dimensione spazio-temporale. Essendo ormai libero, il cervello può a questo punto trattare con il tempo-spazio.
Le parole, per quanto accurate, la descrizione, per quanto chiara, non rendono la realtà del fenomeno.
Esiste un unico movimento nella vita. Esso è olistico: interiore ed esteriore; questo movimento è indivisibile, sebbene sia diviso. Ciò spiega perchè i più seguano il movimento esteriore della conoscenza: si incancreniscono in un mondo dominato e regolato dalle idee, dalla fede, dall’autorità, dalla sicurezza, dal benessere e così via.
Perciò si segue la cosiddetta via interiore, con le sue visioni, speranze, aspirazioni, intimità, conflitti, disperazioni.